domenica 31 gennaio 2016

AsDiCuM seleziona strumentisti per Orchestra Filarmonica "Antonio Cagnoni"

AsDiCuM - Vigevano (Pv)
seleziona strumentisti da inserire
nella
Orchestra Filarmonica
"Antonio Cagnoni"

Bando
Modulo stampabile

L'associazione AsDiCuM nell'intento di creare una formazione stabile che sarà denominata
Orchestra Filarmonica "Antonio Cagnoni"
seleziona strumentisti che vogliano aderire all'iniziativa ed entrare a fare parte dell'organico.

Requisiti di ammissione:
La domanda di ammissione implica l’accettazione incondizionata del giudizio di merito, insindacabile, della Commissione esaminatrice.
Nella domanda di ammissione i concorrenti dovranno indicare:

-        Nome e cognome, luogo e data di nascita, cittadinanza, residenza e domicilio (se diverso dalla residenza), indirizzo e-mail e recapito telefonico.
-         Età non inferiore ai diciotto anni alla data dell’invio della domanda di ammissione;
-         Cittadinanza italiana o di altro paese appartenente all’Unione Europea;

Le domande dovranno essere inviate al seguente indirizzo email:
Associazione Musicale <asdicum@gmail.com>

Ai sensi dell’art.13, del D. Lgs 30.06.03 n.196, i dati personali forniti dai candidati saranno raccolti presso la sede della AsDiCum per le finalità di gestione relative alla selezione.

martedì 5 gennaio 2016

2016_01_28 I giovedì della vocalità all'Auditorium Lattuada Milano



28 gennaio/26 maggio 2016 ore 20.30
I giovedì della vocalità
6 concerti
con gli studenti e i docenti di vocal coaching della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
MI, Auditorium Lattuada, c.so di Porta Vigentina, 15/a
ingresso libero alle ore 20.30
Primo concerto
28 gennaio 2016_01_28      
Schubertiade
al pianoforte Maurizio Carnelli, Giovanni Fornasieri, Luca Gorla, Loris Peverada, Paolo Raffo
docenti di vocal coaching della Civica Scuola di Musica C. Abbado

- F. Schubert
Sonata in fa diesis minore D 571 (Frammento)
Improvviso op. 142 n. 2
Maurizio Carnelli, pianoforte
- F. Schubert
Gruppe aus dem Tartarus
Der Atlas; Der Doppelgänger (da Schwanengesang)
Du bist die Ruh
Franco Ryu, voce
Giovanni Fornasieri, pianoforte
- F. Schubert
Klavierstück in mi maggiore n. 1 D459
Improvviso op. 142 n. 3
Luca Gorla, Paolo Raffo, pianoforte  
- F. Schubert
Erlkönig
Gretchen am spinnrade
An die Musik
Laure Kieffer, voce
Loris Peverada, pianoforte  
- F. Schubert
Lebensstürme (pianoforte a 4 mani)
Luca Gorla e Paolo Raffo, pianoforte  

Gli altri appuntamenti

18 febbraio 2016_02_18
Francesco Paolo Tosti. Omaggio nel centenario della morte  a cura di Loris Peverada
10 marzo 2016_03_10                                                                    
Dal salotto al teatro: le due anime del canto  a cura di Paolo Raffo
14 aprile 2016_04_14            
Parigi, o cara: luoghi e voci del melodramma tra Italia e Francia  a cura di Giovanni Fornasieri
5 maggio 2016_05_05           
Nel teatro del gran mondo. Scene dall'opera italiana  a cura di Maurizio Carnelli
in collaborazione con Ilario Nicotra
26 maggio 2016_05_26         
Italiani all'estero: Rossini, Donizetti, Verdi, Puccini e ...  a cura di Luca Gorla  


Anche quest'anno la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado dedica alla lirica sei appuntamenti, non più di martedì, ma il giovedì, alle ore 20.30.
Il ciclo di concerti I giovedì della vocalità  vede protagonisti allievi e docenti del corso di vocal coaching: il ciclo inizierà il 28 gennaio 2016 con una serata dedicata interamente a Franz Schubert, e si concluderà con l'appuntamento del 26 maggio, panoramica su alcuni dei più grandi compositori italiani.
I concerti avranno luogo presso l'Auditorium Lattuada di Milano, sede storica della Civica, che ha visto negli anni la presenza di artisti come Karlheinz Stockhausen, Maria Tipo, Hugues Dufourt, Franco Donatoni, Felice Lattuada e, recentemente, Chick Corea, che ha tenuto una masterclass nell'estate del 2013.


l corsi di vocal coaching della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado nascono nel 1995 come proseguimento di una masterclass di perfezionamento biennale, assoluta novità nel panorama italiano, tenuta da Rodolfo Celletti. Inizialmente pensati per insegnare ai pianisti l'arte dell'accompagnamento, si sono presto trasformati in corsi per cantanti e pianisti che esaminano tutte le possibili estensioni del repertorio: arie d'opere, opere intere, musica da camera, musica sacra.
Negli anni la scuola ha formato cantanti che si sono affermati a livello internazionale (Francesco Hong, Christian Senn, Lucia Cirillo, Taysia Ermolaeva, Qujrin de Lang, Leo Han, per citarne alcuni) e pianisti che lavorano nel settore concertistico e nei teatri d'opera in Italia (v. Teatro alla Scala) e all'estero. Oltre a esplorare capolavori assoluti della storia della musica, dalle opere di Mozart a quelle di Puccini, dalla musica sacra di Pergolesi ai lieder di Mahler, i corsi hanno infatti la specifica caratteristica di formare maestri collaboratori e cantanti lirici in grado di inserirsi, per la parte operistica, in una struttura musicale di sala e palcoscenico.
Noti in ambito internazionale, i corsi di vocal coaching della Civica richiamano studenti da tutto il mondo: Francia, Olanda, Giappone, Corea, Cina, Canada, Cile, Brasile, Venezuela, Svizzera, Grecia. I migliori allievi, cantanti e pianisti, si sono esibiti in importanti teatri e rassegne concertistiche, come Piano City, maratona pianistica milanese.

La Civica Scuola di Musica Claudio Abbado nasce nel 1862.
Fondata con la funzione di formare strumentisti per la Civica banda e coristi per il Teatro alla Scala, profondamente radicata sul territorio, l'istituzione, che ha sede presso la cinquecentesca Villa Simonetta, ha assunto un ruolo di prima grandezza all'interno della vita musicale e formativa milanese. È inserita inoltre in prestigiosi programmi internazionali grazie all'alta percentuale di iscritti stranieri e ai diversi gruppi stabili che si sono costituiti, spesso invitati a tenere concerti in Italia e all'estero. Numerosissimi gli studenti che l'hanno frequentata, ora affermati professionisti: Alessio Corti, Lorenzo Ghielmi, Enrico Onofri, Emilio Pomarico, Carlo Rizzi. Non meno importanti i docenti che si sono succeduti nel tempo e altre personalità che con la Civica hanno collaborato, come Laura Alvini, Irvine Arditti, Cathy Berberian, Bruno Bettinelli, Paolo Borciani, Chick Corea, Franco Donatoni, Hugues Dufourt, Diamanda Galas, Gérard Grisey, Petre Munteanu, Terry Riley, Charles Rosen, Salvatore Sciarrino, Karlheinz Stockhausen, Maria Tipo. Il 17 dicembre 2012, per i 150 anni dalla fondazione, l'Orchestra e I Civici Cori della Scuola, diretti da Mario Valsecchi, hanno eseguito l'oratorio La Creazione di F. J. Haydn al Teatro Dal Verme di Milano: occasione in cui il Sindaco Giuliano Pisapia ha conferito all'istituzione l'Ambrogino d'Oro e consegnato la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica. La Scuola, intitolata con cerimonia ufficiale al maestro Claudio Abbado il 21 giugno 2014, ha ottenuto nel 2013 dal Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca l'autorizzazione a rilasciare il titolo di Alta Formazione Artistica e Musicale di primo livello, equipollente al titolo universitario. 

Civica Scuola di Musica Claudio Abbado - Fondazione Milano®, Villa Simonetta - via Stilicone 36 - 20154 - Milano tel. 02.97.15.24- uff. st. 339.85.30.339 - info_musica@scmmi.it-www.fondazionemilano.eu/musica

2016_01_13 Nel fuoco del melodramma a Villa Simonetta-Milano


foto www.concertodautunno.it
Nel fuoco del melodramma
Una storia per punti cruciali: scoperte, riscoperte, testimonianze

Ciclo di lezioni-concerto a cura di Giovanni Fornasieri

Villa Simonetta, via Stilicone 36, MI - ingresso libero 
13 gennaio/11 maggio 2016 ore 18.30

13 gennaio 2016_01_13
Verdi, ovvero quando la musica possiede il dramma
Rigoletto
10 febbraio 2016_02_10
La traviata
9 marzo 2016_03_09
Puccini interprete di se stesso: gli appunti (in palcoscenico) di Luigi Ricci, maestro sostituto dell'Autore
La bohème
6  aprile 2016_04_06
Tosca
 11 maggio 2016_05_11
Madama Butterfly

Il ciclo di lezioni-concerto Nel fuoco del melodramma, curato da Giovanni Fornasieri e organizzato dalla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, si svolgerà presso Villa Simonetta a partire dal 13 gennaio 2016 e si articolerà in cinque incontri.

Il ciclo nasce dal desiderio di rendere partecipe il pubblico di appassionati, e non solo, di una serie di contributi musicali e drammaturgici legati all'esperienza diretta del musicista, sia esso direttore, cantante o regista, investito della responsabilità artistica di far vivere o ri-vivere un testo musicale attraverso l'incessante lavoro interpretativo.

Le lezioni-concerto si concentreranno in particolare su Verdi e Puccini (gli operisti tuttora più eseguiti al mondo). Si mostrerà come nel primo la musica possieda, "assumendolo", il testo poetico-narrativo e come, nel secondo, il meticoloso lavoro di preparazione in teatro origini modifiche, più o meno rilevanti, all' interno del testo stesso.
Nel caso di Giacomo Puccini, ci si avvale in particolare delle numerose e  preziosissime "note" di palcoscenico raccolte e redatte da Luigi Ricci (Rocca di Papa, 1893 - ivi, 1981), maestro collaboratore attivo nei più importanti teatri italiani, come la Scala di Milano e l'Opera di Roma, a fianco dei maggiori direttori d'orchestra del suo tempo, come Victor de Sabata o Tullio Serafin. 


Civica Scuola di Musica Claudio Abbado - Fondazione Milano®, Villa Simonetta - via Stilicone 36 - 20154 - Milano tel. 02.97.15.24 - uff. st. 339.85.30.339  info_musica@scmmi.it  - www.fondazionemilano.eu

domenica 6 dicembre 2015

2015_12_11 Coin du Roi presenta un dittico italiano


Coin du Roi
Stagione 2015
Venerdì 11 dicembre 2015_12_11, ore 20:00
Sabato 12 dicembre 2015_12_12, ore 20:00
Domenica 13 dicembre 2015_12_13, ore 20:00
Teatro Litta Milano
Giovanni Battista Pergolesi
La serva padrona (1733) / Livietta e Tracollo (1734)
Libretti di Gennaro Antonio Federico e Tomaso Mariani
Personaggi e interpreti:
Serpina / Livietta: Aurora Tirotta (bio)
Uberto / Tracollo: Carmine Monaco (bio)
Orchestra Coin du Roi
Direttore: Christian Frattima (bio)
Regia, Scene e Costumi: Athos Collura (bio)
Nuova produzione Coin du Roi
Acquista ora a partire da 15 € 

Gli ultimi due, e forse i più rappresentativi intermezzi comici napoletani della storia della musica. L'intermezzo, antesignano dell'opera buffa, era un genere così denominato in quanto eseguito durante gli atti delle opere serie. Di grande impatto scenico, breve durata e contenuto musicale frizzante, il genere dell'intermezzo aveva tra i sostenitori gli enciclopedisti Diderot, d'Alembert e Rousseau. La serva padrona, conosciutissima composizione, ripresa da Paisiello anni dopo, è caratterizzata da un soggetto e da un'ambientazione prettamente borghesi, mentre "La contadina astuta" tratta tematiche di ispirazione più popolare. Gli artifici letterari e musicali sono in entrambi gli intermezzi di notevole contenuto parossistico, con punte di moderno surrealismo.
Come in tutte le serate firmate Coin du Roi, le recite saranno accompagnate all'intervallo da un Rinfresco Settecentesco a base di pietanze di pregio tipiche dell'epoca (ostriche, champagne, prosciutti di montagna). Per i possessori delle poltronissime e della fila d'onore il buffet sarà riservato e incluso nel prezzo.

Coin du Roi société d'opéra
Via Giuseppe Broggi 17 20129 Milano (MI)

Coin du Roi Stagione 2015 

Venerdì 16 ottobre 2015_10_16, ore 20:00
Sabato 17 ottobre 2015_10_17, ore 20:00
Domenica 18 ottobre 2015_10_18, ore 18:00
Teatro Litta Milano

Wolfgang Amadeus Mozart
Apollo et Hyacinthus (1767)
Libretto di Rufinus Widl

Giovedì 28 maggio 2015_05_28, ore 19:00
Teatro Litta Milano
Venerdì 29 maggio 2015_05_29, ore 19:00
Teatro Litta Milano
Martedì 2 giugno 2015_06_02, ore 18:00
Teatro Goldoni Venezia
Georg Friedrich Händel
Serse (1738)
Libretto di anonimo, ispirato a Nicolò Minato e Silvio Stampiglia

2015_12_13 Filarmonico di Verona in scena l'opera che non si nomina ma che affascina sempre



Domenica 13 Dicembre 2015_12_13 ore 18,00
Martedì 15 Dicembre 2015_12_15 ore 19,00
Giovedì 17 Dicembre 2015_12_17 ore 20,30
Domenica 20 Dicembre 2015_12_20 ore 15,30
Teatro Filarmonico di Verona
Giuseppe Verdi
LA FORZA DEL DESTINO
Libretto di Francesco Maria Piave

Personaggi e interpreti:
IL MARCHESE DI CALATRAVA - Carlo Cigni
DONNA LEONORA - Hui He (13, 17, 20 dicembre); Sae-Kyung Rim (15 dicembre)
DON CARLO DI VARGAS - Dalibor Jenis
DON ALVARO - Dario Di Vietri
PADRE GUARDIANO - Simon Lim
FRA MELITONE - Gezim Myshketa
PREZIOSILLA - Chiara Amarù
CURRA - Milena Josipovic
MASTRO TRABUCO - Francesco Pittari
ALCADE/CHIRURGO - Gianluca Lentini
ORCHESTRA, CORO, CORPO DI BALLO E TECNICI DELL'ARENA DI VERONA
Direttore d'orchestra Omer Meir Wellber
Regia Pier Francesco Maestrini
Scene Juan Guillermo Nova
Costumi Luca Dall'Alpi
Primi ballerini Alessia Gelmetti, Teresa Strisciulli, Amaya Ugarteche,
Evghenj Kurtsev, Antonio Russo
Coreografia Renato Zanella
Allestimento Slovene National Opera and Ballet
Acquisto biglietti

lunedì 30 novembre 2015

2015_12_03 Teatro Coccia presenta un'opera in prima assoluta di Orazio Sciortino



Giovedì 3 dicembre 2015, ore 20.30
Teatro Coccia - Novara
"LA PAURA"
Prima esecuzione assoluta dell'Opera
tratta dal racconto omonimo di Federico De Roberto.
Musica di Orazio Sciortino
libretto di Alberto Mattioli e Orazio Sciortino
regia di Simona Marchini.
Personaggi e interpreti:
tenente Alfani - tenore Blagoj Nacoski
sergente Borga (lombardo) baritono - Tiziano Castro
caporale (campano) basso - Daniele Cusari
soldato Ricci (marchigiano) tenore - Vladimir Reutov.

Il Teatro Coccia di Novara prosegue nel suo percorso di apertura verso i compositori e le opere contemporanei. Dopo La gatta bianca di Sandra Conte nel 2013 e Il canto dell'amore trionfante di Paolo Coletta nel 2014, sul prestigioso palco novarese sarà allestita e prodotta una nuova opera contemporanea, scritta e diretta dal giovane compositore Orazio Sciortino e intitolata La Paura, dal racconto omonimo di Federico De Roberto, con libretto di Alberto Mattioli e Orazio Sciortino, per la regia di Simona Marchini, signora del teatro italiano, grande esperta di opera lirica e con all'attivo numerose regie. Cogliendo anche l'occasione delle celebrazioni per il centenario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale, giovedì 3 dicembre 2015 alle 20.30, andrà in scena sul palco del Teatro Coccia di Novara un titolo che racconta la vita di un "ordinario giorno da soldati".

L'Orchestra è quella dei Talenti Musicali, orchestra composta da musicisti che grazie a Fondazione CRT si sono perfezionati nelle migliori accademie europee. Nello specifico l'organico strumentale è composto da un flauto, un oboe, un clarinetto, un fagotto, un corno, un tromba, un trombone, due percussionisti, pianoforte e quintetto d'archi. 
Personaggi e interpreti: il tenente Alfani è interpretato dal tenore Blagoj Nacoski, il sergente Borga (lombardo) è il baritono Tiziano Castro, il caporale (campano) il basso Daniele Cusari, il soldato Ricci (marchigiano) il tenore Vladimir Reutov. 
Il progetto ha, poi, un ulteriore valore: le comparse recitanti e il coro dei soldati saranno interpretati dagli allievi del II e III anno del Corso Attori della STM (Scuola del Teatro Musicale) di Novara, diretta da Marco Iacomelli e Andrea Manara. Un tocco di "novaresità" in più che caratterizzerà ulteriormente l'opera. 
La Paura è inserita nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario della prima Guerra Mondiale a cura della Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del Teatro Coccia (Via Rosselli, 47 a Novara) da martedì a sabato dalle 10.30 alle 18.30 e on line sul sito www.fondazioneteatrococcia.it 7 giorni su 7, 24 ore su 24.
Biglietti dai 15,00 ai 30,00 euro.

LA STORIA
La vicenda si svolge in poche ore, in una trincea italiana sul confine austriaco durante la Prima Guerra Mondiale. I nemici austriaci non danno segni di vita: invisibili e distanti appena cinquecento metri, sembrano concedere una sorta di tregua. Una tranquillità che rende spettrale la natura, inospitali i paesaggi di montagna e, in quel silenzio, il cuore trema. Un improvviso bombardamento da parte austriaca rompe la tregua, un soldato italiano è abbattuto mentre cerca di raggiungere il posto di vedetta. Il tenente Alfani, protagonista dell'intero racconto, si trova costretto a mandare continuamente uomini per difendere il posto di vedetta. Ogni soldato, chiamato a coprire il turno stabilito, sa di essere destinato a morire, manifestando la propria angoscia, ognuno con il proprio dialetto, nel breve colloquio con il tenente. Alfani si fa carico del terrore di ciascuno dei suoi soldati ed è combattuto fra il dovere, sentito e forte, di obbedire ai comandi e la consapevolezza dell'assurdità della morte. Così l'intera opera è scandita dai "ta-pum" dell'invisibile cecchino austriaco e dall'inevitabile susseguirsi di caduti. L'ultimo dei chiamati, il soldato Morana, il più coraggioso e decorato di tutti, unico del plotone a parlare italiano, si rifiuta di andare. E, dopo un confronto tragico col tenente, compie il gesto che chiude l'opera: si uccide per paura di essere ucciso.

Il percorso doloroso della memoria dovrebbe costituire un fondamento di consapevolezza della storia, della vita di un popolo, nel tentativo di stabilire un monito, nella volontà di non ripetere orrori e stragi. Frustrante è invece la constatazione del tragico divario tra il facile accesso allo studio del passato e un'umanità sempre più cieca nei confronti del dolore che si rinnova e sorda al grido di quelle anime scolpite nei memoriali, nelle piazze, nel nostro tempo.  La tecnica istruisce ma non insegna, perché a mancare sono le lacrime, gocce di tempo di quegli occhi vivi a cui non abbiamo teso le orecchie quando avremmo dovuto. I nonni non possono più raccontare il sangue delle trincee, e noi non possiamo più ascoltare la voce rauca di un'Italia, dell'Ultima Italia, che si è compiuta. I nonni non possono più raccontare quanti dialetti le acque dell'Isonzo o le rocce del Carso udirono, e quanto eroismo vide giovani corpi sfilare sotto i tiri micidiali degli austriaci. I nonni non possono più raccontare che i nomi che oggi sono vie e piazze d'Italia un tempo erano luoghi della lacerazione, della passione spezzata, della speranza di un futuro migliore. Così la Grande Guerra è diventata la grande guerra della poesia e dei racconti, di Gadda, De Roberto, Rebora, la cui memoria non conosce gli opportunismi del mercato mediatico ed è destinata a sopravvivere nel cuore di chi crede nel potere della bellezza e della storia. Orazio Sciortino

LA STRUTTURA DELL'OPERA
L'opera, in un atto unico, è pensata come un'unica arcata formale suddivisa in sezioni caratterizzate dallo scambio di battute tra il soldato chiamato al turno e il tenente Alfani. Nel succedersi di queste sezioni, o scene, a cambiare non è lo scenario ma il contesto timbrico che delinea un nuovo personaggio, una diversa percezione del destino, della paura. Il tenente Alfani, il caporale, il sergente e il soldato Ricci nel suo breve intervento sono gli unici a utilizzare diverse tipologie di vocalità. Ogni soldato invece, nel breve dialogo col tenente, pronuncia pochissime frasi, spesso poche parole, in una sorta di recitato con una libera inflessione vocale. A caratterizzare lo stato d'animo e il profilo psicologico dei singoli "condannati" contribuisce la scrittura strumentale che sostituisce il lirismo non pronunciato dei militari. I silenzi di quest'ultimi, in contrappunto con gli strumenti, rappresentano la voce di coscienza, l'umana consapevolezza del confronto con l'inevitabile destino a cui vanno incontro.

NOTE DI REGIA
Quando Orazio Sciortino mi ha chiamato per condividere un'esperienza così singolare, per un attimo ho avuto il sano timore di un salto nel vuoto. Poi, la stima per lui e la qualità della proposta mi hanno convinta ad accettare la "sfida". Sì, perché nel nostro lavoro in generale ogni volta ci si mette alla prova e si rischia… senza mediazione: siamo noi da un parte e il pubblico dall'altra. E in mezzo, il giudizio.
Bene, una volta entrata "dentro" la scena, ho immaginato come rendere, senza retoriche o didascalie troppo ovvie, quella sintesi sublime che Federico De Roberto era riuscito a dare dello sgomento, del disorientamento, dell'attesa alienante della morta. Tutto questo in un contesto feroce e estraneo ai più, sia nelle motivazioni, sia nella prassi.
Creature giovani e giovanissime, vittime inconsapevoli di qualcosa che, come sempre nella storia degli umili, decide e passa sopra le loro teste, le loro vite, le loro piccole realtà. In una parola l'orrendo, ingiusto, eterno gioco della guerra, diletto mostruoso di interessi e potere sempre riproposto. Mutevole negli attori, ma uguale nei contenuti.
E' con infinita tenerezza che mi sono avvicinata al testo, avendo sempre in mente il monumento che mi fece piangere quando me lo trovai davanti: Re di Puglia. Quel "Presente" ripetuto all'infinito mi risuonava in cento dialetti e suoni diversi nella memoria e mi stringeva il cuore… Così ho immaginato una asciuttezza emozionale e simbolica del "contenitore" che circondasse la realtà quotidiana e spietata di quella trincea un po' assopita, dove Boemi e Italiani si scambiavano pagnotte e sigarette in una stasi grigia, su una montagna a sua volta grigia, e brulla, silente. D'improvviso tutto cambia.
I Croati sostituiscono i Boemi con ferocia guerriera e tattica inaspettata. Il dramma si consuma rapidamente… fino al soldato Maia che rifiuta di compiere l'ispezione. Un finale agghiacciante e potente, un'accusa eterna alla follia dei potenti.
Semplice e violento atto d'accusa universale che anche oggi è sulla bocca di chi muore innocente, di chi non può scegliere il senso del suo agire e dell'essere lì, in quel momento. Per rendere un sentimento e un'emozione così potente, ho chiesto la collaborazione di un artista, Giuseppe Salvatori, per la sua sensibilità intellettuale e l'eleganza del segno, e perché è capace, come me, di una lacrima di pietà per un piccolo soldato sopraffatto dagli eventi. Anche la montagna, quindi, con le sue vene dorate, partecipa al dolore e subisce la violenza degli uomini.
Mi sento a questo punto di ringraziare sinceramente tutti i collaboratori, da Franco Micieli a Emiliana Paoli, a tutti gli amici e i tecnici del teatro.
Mi auguro che l'intenzione di rendere protagonista il sentimento e l'emozione sia ciò che arrivi al pubblico. Perché resti nel cuore di tutti un unico sentimento: la conquista della pace. Per il mondo.
Simona Marchini

NOTE SULLA SCENOGRAFIA
Ho immaginato — ho visto — una scena di superfici in successione i cui profili dentati costituiscono di per sé un'invalicabilità, l'angoscia d'un orizzonte negato alla consolazione dell'occhio.
La visione vera di un cielo buio rovesciato con la doppia funzione di sipario e sudario, ma anche bocca crudele: ferita e feritoia insieme, nel racconto breve di un'alba tragica.
Una scena dallo spazio interdetto ad ogni movimento, ad ogni speranza, quasi senza narrazione, da qui il profilo/muro della montagna che, come corpo offeso, è percorsa e irrorata da arterie aurifere: tracce di scavo della conquista di postazioni preziose per l'opera di difesa e attacco nel dominio delle altezze, ma infine teatro di sacrifici assurdi e inaccettabili.

Più sotto, scoperta, la trincea, in cui si aprono stanze come bocche di solitudine; il perimetro nella cui nudità si consuma il racconto d'un dramma universale: il conflitto di uomini semplici chiamati alla paura, la stessa che sembra perpetuarsi nella storia fino a noi e che qui si trasfigura nel luogo umanissimo e disperato di una trincea. Giuseppe Salvatori